Del turbine di immagini, dati, ipotesi e commenti che ci ha travolto da quando Donald Trump ha annunciato con un tweet di essere, insieme alla moglie Melania, positivo al coronavirus, due cose mi hanno colpito in modo particolare.
La prima è una fotografia, pubblicata sul New York Times lo scorso 3 ottobre. Sostenitori del presidente Trump pregano per la sua salute a una manifestazione a Staten Island, recita la didascalia che accompagna la foto. Nell’immagine, vediamo una gran folla e, in primo piano, tre donne, disposte in una sorta di formazione a triangolo. La più vicina a noi è una signor
È possibile che il motivo per cui la Germania e l’Italia hanno una percentuale di contagi da Covid-19 molto più bassa della nostra possa derivare dal fatto che questi due paesi hanno sviluppato, a livello locale, un sistema pubblico di test e tracciamento dei contagi in grado di funzionare davvero?
È mercoledì 23 settembre, e siamo alla Camera dei Comuni, la camera bassa del Parlamento britannico. A parlare è Ben Bradshaw, politico del Partito laburista ed ex reporter di BBC Radio, e la domanda che vi ho citato è rivolta al primo ministro, Boris Johnson.
Il premier, forse preso alla sprovvista,
Noi italiani l’abbiamo accolto come una gradita sorpresa. Un omaggio inaspettato. Lo scorso 25 settembre, l’Organizzazione mondiale della Sanità ha postato sul suo profilo Twitter un video che loda il modo in cui il nostro paese ha reagito, in questi mesi, alla pandemia del Covid-19.
Il video comincia con un’immagine del Colosseo. Poi passa veloce a una scena drammatica, risalente alla primavera scorsa. Un’ambulanza avanza tra le case di quello che, a giudicare dall’architettura, sembra un paesino del Nord Italia. La porta dell’ambulanza si apre: vediamo un gruppo di paramedici affannarsi intor
Una fotografia del secolo scorso. Tre ragazze in posa plastica sullo schienale di una panchina, avvolte nella luce d’oro di un tardo pomeriggio di mezza estate. Tre ragazze: due bionde (tinte) e una mora (naturale). Crop top, jeans attillati, trucco impeccabile. Una sigaretta (spenta) tra le dita, a dare un tocco blasé alla scena. Ai piedi, tacchi a spillo. Neri.
Ricordo perfettamente la prima volta che indossai un paio di scarpe col tacco alto. Avevo diciassette anni. E le scarpe, in realtà, non erano mie. Me le aveva prestate, insieme alla sigaretta, la mia amica Sveva.
Un’emozione nuova, una
Eyeliner nero a incorniciare due occhi color miele, una cascata ribelle di ricci ramati e un sorriso che ricorda quello delle madonne rinascimentali. Nella mano destra, una bacchetta, simbolo della sua professione. Speranza Scappucci, una delle poche donne al mondo a ricoprire il ruolo di direttore d’orchestra, ci osserva così dalle pagine del quotidiano francese Le Monde, che lo scorso 24 settembre le ha dedicato un lungo articolo.
Speranza si trova in questi giorni a Tolosa, dove, fino all’11 ottobre, sarà impegnata a dirigere, nel celebre Théâtre du Capitole, Così fan tutte, un’opera lirica