Jacinda Ardern solleva il coperchio di un vassoio stracolmo di scones farciti al formaggio. Sorride raggiante, tra i flash dei fotografi e gli occhi deliziati dei presenti. Alle elezioni parlamentari dello scorso 17 ottobre, il Partito Laburista ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi. E Ardern è stata riconfermata nel ruolo di primo ministro. Alla sede del partito si è festeggiato con gioia e spensieratezza. Frutta e pasticcini. Baci e abbracci.
Proprio così. Mentre in Europa siamo alle prese con una recrudescenza del Covid-19, agli antipodi, in Nuova Zelanda, la seconda ondata dell’epi
“Ha deciso se candidarsi a sindaco di Roma?”, chiede Fabio Fazio, conduttore della trasmissione televisiva Che tempo che fa. È la sera di domenica 18 ottobre, e la domanda è rivolta a Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico, ex membro del Partito Democratico (PD) e fondatore di Azione, un partito europeista che si colloca sulla scia del socialismo liberale. L’intervista, come accade spesso ormai, si svolge via video e il pubblico presente in studio è sistemato secondo un rigido distanziamento fisico. Fazio siede solo alla sua scrivania. Alle sue spalle, un concetto spaziale di Luci
Nell’estate del 2019, con Margarita — un allegro reggae fusion cantato insieme al suo compagno, il rapper Marracash — faceva ballare milioni di ragazzi. Qualche mese dopo, a febbraio, affascinava il pubblico del festival di Sanremo con le note delicate di Andromeda, un brano introspettivo, ispirato a una celebre figura della mitologia greca.
Bella, sorridente, elegantissima. Nessuno, nel vedere Elodie Di Patrizi — in arte, semplicemente, Elodie —, sospetterebbe che tanta scintillante perfezione sia, in qualche modo, il frutto di un dolore antico. Un dolore superato, vinto. Ma non dimenticato.
I più fortunati, in questi anni, l’hanno vista recitare a teatro, il suo ambiente naturale. Io, invece, mi sono dovuta accontentare del web. È lì che l’ho conosciuta, un po’ per caso, la primavera scorsa, in un momento di insonnia. Non potendo dormire, ho pensato di dare un’occhiata al mio feed di Facebook. Satire politiche, interviste a scrittori, tutorial su prodotti di bellezza miracolosi, segmenti di vecchie puntate di Friends (eh già: se cadi nella tentazione di vederne una, poi l’algoritmo non ti lascia più in pace)… fino ad arrivare a una serie di video molto brevi — uno, due, al massim
Federico Emanuele Pozzi ha 29 anni, ha frequentato la facoltà di medicina all’Università Milano Bicocca e ora è uno specializzando in neurologia all’ospedale San Gerardo di Monza. Federico, come raccontava un articolo pubblicato lo scorso 14 ottobre sul settimanale di attualità l’Internazionale, è anche uno dei 1.300 volontari che hanno chiesto di partecipare, dal prossimo mese di dicembre, alla prima fase della sperimentazione del vaccino contro il Covid-19 elaborato da due aziende italiane attive nel campo delle biotecnologie, la Takis e la Rottapharm.
I vaccini contro il Covid attualmente al