Erano da poco passate le sei del pomeriggio a Beirut, lo scorso martedì 4 agosto, quando due esplosioni —la prima, più piccola, la seconda, devastante— scuotevano l’area del porto. Una gonfia nube di fumo color arancio saliva verso il cielo, simile a un fungo nucleare. Le strade di Hamra, invase dal traffico dell’ora di punta, si coprivano di schegge di vetro e metallo, di grumi di cemento. Raggiunti dall’onda d’urto, i palazzi di Achrafieh oscillavano impazziti, come scossi da un terremoto violentissimo. Poco dopo, rivolgendosi ad un gruppo di giornalisti, il governatore della città, Marwan A
Il 31 maggio 2018, quando, dopo un lungo stallo istituzionale, ricevette dal presidente della Repubblica l’incarico di formare un nuovo governo, nessuno avrebbe scommesso un soldo su di lui. Nemmeno i due leader politici che l’avevano proposto per l’incarico. Anzi, era proprio per questo che l’avevano scelto. All’epoca, Giuseppe Conte, un avvocato civilista cinquantenne dall’aspetto mite e un po’ disorientato, era, per gli italiani, un perfetto sconosciuto. Anonimo e politicamente neutro. Un grigio punto interrogativo.
Quasi tre mesi prima, domenica 4 marzo, in Italia si erano celebrate le elez
Stessa spiaggia, stesso mare cantava Mina nel lontano 1963. Stessa spiaggia, stesso mare pure per Matteo Salvini, che, da buon abitudinario, anche quest’anno ha scelto la riviera romagnola per le sue vacanze estive. Nei giorni scorsi, l’ex ministro dell’Interno è stato fotografato più volte sulla spiaggia della sua amata Milano Marittima, in compagnia dei figli e di un gruppo di fedeli collaboratori.
Ma degli eccessi dell’anno scorso, questa volta, non c’era traccia. Niente mojitos, niente inno nazionale in versione techno, niente balli tra la folla osannante del Papeete Beach, lo stabilimento
Vista dalla costa ligure, sembra una tartaruga. Una placida tartaruga gigante col carapace ricoperto da un fitto bosco mediterraneo. Poco più di duemila metri quadrati di roccia immersa nel blu, un porticciolo, una lussuosa villa: l’isola Gallinara ha, da sempre, il fascino del mistero.
Inaccessibile al turismo, la Gallinara deve il suo nome alla colonia di galline selvatiche che la popolò in epoca romana. Oggi, è una riserva naturale ricca di storia. Nel IV secolo dopo Cristo, divenne il rifugio di Martino di Tours, un santo famoso per aver donato, una notte d’inverno, metà del suo mantello a
L’uomo, in tenuta sportiva — maglietta verde acqua, bermuda blu, scarpe da ginnastica verde acido —, posa, semidisteso, per una fotografia, accanto alla Venere vincitrice, una statua dedicata a Paolina Bonaparte, moglie del principe Camillo Borghese e sorella di Napoleone. Pochi secondi, poi l’uomo si alza. Ma… si accorge che qualcosa non va. Si gira, si china a osservare il piede della statua, lo tocca. Poi, si raddrizza e riprende a camminare, guardandosi attorno con aria colpevole. Come si scoprirà poi, con il suo peso, il goffo visitatore ha danneggiato il piede destro della statua, stacca