“L’Ucraina vuole la pace. L’Europa vuole la pace. Il mondo dice di non voler combattere, e la Russia dice di non volere un conflitto. Qualcuno… sta mentendo”, con questa riflessione, sabato 19 febbraio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dava inizio al suo intervento alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera. Zelensky aveva deciso di partecipare di persona all’evento, ritornando poi a Kiev la sera stessa, e i presenti gli avevano dedicato un lungo applauso commosso — una standing ovation — prima ancora che aprisse bocca. Un modo per dimostrare sostegno all’oratore e piena unit
Nel novembre del 1936, circa 2000 opere d’arte appartenenti alla collezione del Museo del Prado, minacciate dalle bombe della guerra civile spagnola, iniziarono un viaggio segreto a bordo di una lunga colonna di camion. Protette da casse e imballaggi, le opere, per lo più dipinti, erano dirette a Valencia, una meta, all’epoca, più sicura. Ad accompagnare quel tesoro, c’era Manuel Arpe y Retamino, restauratore del prestigioso museo madrileno. Da Valencia, i gioielli del Prado vennero poi trasferiti in Catalogna, e da lì, in seguito, nella sede della Società delle Nazioni, a Ginevra, dove — come
Chissà che cosa avrà pensato Mikhail Piotrovsky, archeologo e linguista, nel leggere quella lettera inviatagli dal ministero della Cultura russo. Una lettera che, con tono deciso, lo invitava a contattare i musei e gli spazi espositivi esteri ai quali il museo da lui diretto, l’Ermitage di San Pietroburgo, aveva recentemente prestato dipinti e altre opere d’arte. Nell’attuale contesto di tensione internazionale, ogni oggetto sarebbe dovuto tornare in patria. Quanto prima.
Chissà. Quel che è certo, comunque, è che quelle che il professor Piotrovsky ha scritto ai responsabili di alcuni musei ital
Favoloso, a cominciare dal nome: Scheherazade, come la protagonista de Le mille e una notte. O come una meravigliosa suite sinfonica creata, nel 1888, dal compositore russo Nikolai Rimsky-Korsakov.
Ma se in questi giorni si parla tanto dello Scheherazade, un lussuoso superyacht lungo 140 metri e valutato 700 milioni di dollari, non è per la sua magnificenza, ma per una ragione ben più cupa.
Secondo il New York Times, che cita fonti dell’intelligence statunitense, il proprietario dello Scheherazade — attualmente ancorato nel porto toscano di Marina di Carrara per delle attività di manutenzione —
Mario Guderzo, direttore della Gipsoteca e del Museo Antonio Canova di Possagno, è al colmo dell’emozione. La Maddalena giacente, una splendida creazione del famoso scultore veneto, è emersa dall’oblio — magnificamente restaurata —, due secoli dopo il suo completamento. “È un miracolo, una scoperta di fondamentale importanza per la storia del collezionismo e la storia dell’arte”, dice lo studioso al Corriere della Sera.
“È una storia fantastica”, gli fa eco Donald Johnston, responsabile del dipartimento di scultura europea, presso la sede di Londra della casa d’aste Christie’s. Nel corso di un’