Il nuovo anno sembrava voler iniziare nel peggiore dei modi. Nella notte tra il 2 e il 3 gennaio veniva ucciso, nei pressi dell’aeroporto internazionale di Baghdad, il generale iraniano Qasem Soleimani, capo della Forza Quds, unità d’élite dei pasdaran, le Guardie della rivoluzione islamica. Un omicidio mirato, quello di Soleimani, realizzato con un drone MQ-9 Reaper, su ordine del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Figura chiave nella complessa architettura del regime teocratico iraniano, gerarchicamente secondo solo all’ayatollah Ali Khamenei, Soleimani era stato, di fatto e per oltre vent’anni, la mente e il volto della politica estera di Teheran. Abile stratega e viaggiatore instancabile, aveva promosso l’espansionismo iraniano nella regione mediorientale, dalla Siria al Libano all’Iraq, e nella penisola arabica, intervenendo nel cruento conflitto yemenita. La sua scomparsa creava un vuoto apparentemente incolmabile.
Nel simbolo del movimento politico che lo vorrebbe Presidente del Consiglio dei Ministri domina il blu. Un colore che fa pensare al mare aperto, a un cielo estivo senza nubi. A un futuro radioso e senza limiti. Del verde che caratterizzava il vecchio partito, la Lega Nord per l’indipendenza della Padania, non c’è più traccia. Ma quelli erano altri tempi. Tempi di velleità secessioniste, di retoriche infuocate contro “Roma ladrona”. La nuova Lega — la Lega per Salvini Premier — è un partito nazionale, un partito che promette di difendere gli interessi del popolo italiano.
Solo Alberto da Giussa
Benedetta Porcaroli ha 21 anni e una brillante carriera d’attrice davanti a sé. Ha esordito nel 2016 con il film Perfetti Sconosciuti, del regista romano Paolo Genovese. Inoltre, dallo scorso anno, Benedetta, insieme alla sua co-star Alice Pagani, è una regina dello streaming grazie a Baby, una serie prodotta da Netflix e ambientata nella Roma chic dei Parioli.
Liceo classico alle spalle, e ora il sogno di affiancare alla recitazione una laurea in Filosofia. Un percorso così, costruito grazie a scelte professionali e personali oculate, fa pensare a una ragazza indipendente, matura ed equilibra
Etica e ‘moda veloce’, una coppia decisamente improbabile. Una mostra attualmente nelle sale del Museum Europäischer Kulturen di Berlino mette sotto accusa la fast fashion, un fenomeno commerciale, e culturale, esploso con forza crescente nel panorama intensamente globalizzato del XXI secolo.
L’allestimento è semplice. Qualche oggetto, qualche abito. Fotografie alle pareti. Una donna bionda con una bambina di qualche mese in braccio. Madre e figlia. Modelle che si fanno messaggere di un dramma lontano. Quello di Amanthi, operaia tessile dello Sri Lanka. “Esco di casa alle sei del mattino, rit
La storia di Elena Ferrante è quella di un successo travolgente. Un successo che fa da spartiacque nel mondo dell’editoria italiana. Che stimola la nascita di un nuovo clima culturale, e che si riflette, benefico, su un intero collettivo: quello delle donne che si dedicano alla scrittura.
Un circolo virtuoso. Un vero e proprio fenomeno sociale. Tanto che il New York Times, qualche settimana fa, ha pubblicato un articolo dal titolo più che mai eloquente: Effetto Ferrante, l’ascesa delle scrittrici italiane.
Come ricorda l’autrice dell’articolo, la giornalista Anna Momigliano, in Italia, la narr