Un’opinionista di Fox News, martedì 5 gennaio, ha dato al Presidente Obama dell’ipocrita, ipotizzando che avesse usato delle cipolle per indurre il pianto, mentre parlava dei bambini della scuola elementare di Sandy Hook, trucidati da un ragazzino con problemi psicologici.
Il presidente americano ha dovuto persino rispondere alle accuse di Taya Kyle, la vedova del soldato su cui è basata la storia del film “American Sniper”, assassinato da un suo commilitone che soffriva di disturbi da stress post traumatici. Durante il dibattito televisivo, mandato in onda giovedì 7 gennaio dalla CNN, la moglie dell’eroe americano ha accusato il presidente di alimentare “un falso senso di speranza” e che è diritto di ogni cittadino proteggere se stesso.
Della stessa idea è stata Kimberly Corban, un’altra donna intervenuta al dibattito che, dopo essere stata vittima di uno stupro nel 2006, ha sostenuto di aver comprato una pistola per proteggere se stessa e i suoi due figli, e che la proposta del “gun control” renderà le famiglie americane “meno sicure”.
Nel frattempo il candidato alle elezioni presidenziali del 2016 Donald Trump, ha proposto di abolire nelle scuole e nelle basi militari le “gun free zones”, ovvero i posti in cui esiste il divieto all’uso delle armi. “Se ai parigini fosse stato permesso di portare delle pistole”, sostiene Trump in riferimento agli attentati terroristici, “sarebbe stata tutta un’altra storia”…
“1 an après, l’assassin court toujours”, in italiano “Un anno dopo, l’assassino è ancora in fuga”. Questo è il titolo apparso sulle copertine del giornale satirico Charlie Hebdo, lo scorso giovedì 7 gennaio. La frase sembra inseguire l’immagine di un Dio monoteista che, a gambe levate, corre portandosi in spalla un kalashnikov, con veste e barba bianca insanguinate.
Sangue, ahimè, che ha sporcato perfino la vigilia di questo tragico anniversario. Come sapete tutti, quello stesso giovedì un giovane ventenne, con addosso un disegno della bandiera dell’Isis, una cintura esplosiva finta e armat
Non so se ne siate a conoscenza, ma lo scorso due gennaio, la polizia municipale di Roma ha chiuso per l’ennesima volta il tratto stradale che dal lungotevere porta a Piazza Venezia. Le motivazioni? Troppo rischioso, l’asfalto andava ripulito. Sapete che cosa ha paralizzato la viabilità, o meglio chi è stato?
Ben quattro milioni di uccelli migratori, che hanno deciso di trascorrere nella capitale le festività natalizie.
Gli storni, nel loro viaggio abituale verso sud, prima hanno fatto sosta alla periferia della città su alberi di ulivo, di cui si sono cibati a sazietà e poi, dopo aver v
Nella penisola italiana ci sono i tribunali più informatizzati d’Europa eppure, la giustizia italiana rimane la più lenta. È stato stimato dall’Oecd, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che la durata media dei procedimenti civili italiani in primo grado, sia di circa 564 giorni. Scommetto che per lo stupore, avete già spalancato la bocca.
Non è finita qui perché, per farvi un paragone, mentre in Svizzera i tempi per lo svolgimento di una controversia sono di 368 giorni, in Italia si arriva addirittura a otto anni.
Otto anni? Eppure sembra che lo Stato abbia inv