Italia in allerta per la diffusione della peste suina africana
10 February 2022
Alessandro: | Nelle scorse settimane, i giornali hanno parlato con preoccupazione del manifestarsi in Italia di alcuni casi di infezione da “peste suina africana”, una malattia virale che colpisce particolarmente suini e cinghiali selvatici. L’allarme è scattato a gennaio, quando in una zona rurale al confine tra le regioni Piemonte e Liguria sono state trovate le carcasse infette di alcuni cinghiali. Il virus è letale nel 90% dei casi ed è altamente contagioso. |
Carmen: | Ma questa malattia è molto pericolosa anche per gli esseri umani? |
Alessandro: | Per fortuna, no! Il virus della peste suina africana non rappresenta alcun rischio né per l’uomo né per la maggior parte degli animali. Tuttavia, umani e animali possono comunque essere involontari vettori della malattia, mettendo quindi a rischio gli allevamenti di maiali e il commercio italiano delle carni suine. Inoltre, il virus è molto resistente. Sopravvive in ambienti esterni fino a 100 giorni, permane per diversi mesi all’interno di carne congelata e salumi e può essere inattivato solamente dalla cottura e da specifici disinfettanti. Per queste ragioni, dopo il ritrovamento delle carcasse di cinghiali selvatici, il ministero della Salute e quello delle Politiche agricole hanno fatto scattare le procedure di emergenza isolando la zona “infetta”. Tra Piemonte e Liguria, in una vasta area che comprende 114 comuni, le autorità hanno imposto una serie di limitazioni e regole in modo da ridurre il più possibile una eventuale diffusione del virus. |