Coronavirus, il primo ministro svedese Stefan Löfven ammette che la strategia del ‘tutto aperto’ è inadeguata
La Svezia nelle ultime settimane ha fatto molto parlare di sé, per non aver adottato misure severe per il contenimento del virus. Non è stato imposto alcun lockdown, bar e ristoranti sono aperti, così come la maggior parte delle attività commerciali e ricreative. Il governo, sinora, si è limitato a offrire ai cittadini semplici raccomandazioni, come il limitare i contatti sociali, facendo appello al “senso di responsabilità di ciascuno”.
Tuttavia, di fronte al drastico aumento dei contagi, e soprattutto dei decessi, lo scorso 12 aprile, durante un’intervista all’emittente televisiva svedese SV
Bernie Sanders, senatore del Vermont, amato soprattutto dai giovani e dall’ala più a sinistra del suo partito, ha detto addio alla corsa per la Casa Bianca, lasciando al rivale Joe Biden campo libero, per sfidare Donald Trump alle presidenziali del prossimo mese di novembre.
L’annuncio del ritiro di Sanders dalle primarie del Partito democratico è arrivato lo scorso 8 aprile, con un messaggio pubblicato su Twitter.
“Nonostante la mia campagna termini qui — ha scritto il 78enne senatore — la lotta per la giustizia continua”. Ai microfoni di ABC News, Sanders ha poi ammesso che la sua è stata una
Con l’isolamento forzato dovuto all’emergenza coronavirus, le nostre case sono diventate un luogo sicuro, dove trovare riparo dal pericolo del contagio. Questo, però, non vale per le tante donne, che ogni giorno subiscono abusi in famiglia. La convivenza obbligata con qualcuno di violento, può diventare molto pericolosa, talvolta anche più del coronavirus.
Per queste ragioni, da settimane i movimenti femministi e numerose associazioni e centri antiviolenza, che aiutano le donne in difficoltà, hanno lanciato l’allarme, temendo una pericolosa escalation di violenze in tutto il mondo.
Domenica 5 ap
La pandemia da coronavirus sta mettendo a dura prova l’Italia. Al di là della drammatica tragedia sanitaria, i cittadini sono confinati a casa da oltre un mese e in tanti sono senza un lavoro e non percepiscono alcun reddito. L’economia è in ginocchio e il rischio di un aumento della povertà cresce.
Le difficoltà di questi giorni hanno, però, messo in risalto l’animo generoso e solidale di tanti italiani, pronti ad aiutare chi si trova in difficoltà.
Accanto alle misure del governo, sono davvero tante le iniziative benefiche, realizzate per supportare la crisi della sanità pubblica e le famiglie
Nei giorni in cui gli ospedali italiani lanciavano l’allarme per l’imminente esaurimento di apparecchiature mediche, necessarie a salvare la vita ai pazienti affetti dal Covid-19, nel Paese ingegneri, imprenditori e professionisti del settore sanitario si sono rimboccati le mani, per mettere a punto progetti in grado di fronteggiare questa crescente emergenza.
Tra i dispositivi essenziali per la cura dei pazienti, i medici avevano lamentato la carenza di maschere respiratorie per la terapia intensiva. Era una corsa contro il tempo. Bisognava agire in fretta, pensare a soluzioni pratiche e funz