Tanto per cominciare, il fatto che il presidente non sia “incumbent”, come dicono gli americani, cioè non può candidarsi perché già al secondo mandato, è di per sé un elemento di interesse.
Altrettanto avvincente è il fatto che il nome, che uscirà dalle urne alla fine della lunga stagione “preliminare” come candidato prescelto per la corsa alla Casa Bianca, è incerto da ambo le parti. E pensare che l’estate scorsa i giochi, almeno da parte democratica, sembravano già fatti, con l’“inevitabile” nomination di Hillary Clinton e la sua quasi inevitabile elezione il prossimo Novembre, vista l’ingombrante presenza di Trump.