Cari ascoltatori, benvenuti a una nuova puntata del nostro programma! Oggi è mercoledì 19 ottobre 2022. Io sono Chiara, insieme a voi per commentare gli ultimi sviluppi dell’attualità italiana e globale. Questa settimana, vorrei avviare il nostro percorso con una riflessione sul XX Congresso del Partito Comunista Cinese. Un evento dominato, com’era prevedibile, dalla figura di Xi Jinping: l’uomo che, dal 2012 a oggi, ha ridisegnato il sistema politico cinese, conquistando un enorme potere personale.

La nave che solca acque tempestose ha bisogno di un buon timoniere. È un po’ questo il succo del lungo discorso che Xi Jinping ha pronunciato, domenica 16 ottobre, nel corso della giornata inaugurale del XX Congresso del Partito Comunista Cinese. Ad ascoltarlo, e applaudirlo in sincronia, una platea di 2.300 delegati, solennemente allineati nello sfarzo rosso e oro della Grande Sala del Popolo, in piazza Tiananmen, a Pechino.

A livello personale, l’ambizione principale di Xi, quella da cui dipende il resto del suo progetto politico, è la riconferma, per un terzo mandato consecutivo, nel ruolo d

Per fortuna, il neoeletto presidente del Senato italiano, Ignazio La Russa, non può ambire a un potere vasto come quello di Xi Jinping.

È iniziata con un colpo di scena la diciannovesima legislatura dell’Italia repubblicana. Lo scorso 13 ottobre, Ignazio La Russa — fondatore, nel 2012, insieme a Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia — è stato eletto presidente del Senato, con 116 voti. Non, tuttavia, con i voti del partito di Silvio Berlusconi, Forza Italia, che pure in campagna elettorale si era presentato come alleato di Fratelli d’Italia, nel blocco del centrodestra.

Senza l’appoggio di Forza Italia, però, i conti non tornano. Chi, tra i banchi dell’opposizione, ha votato per La Russa? I sospetti si concentrano sul Terzo Pol

Ai diritti civili, e alla libertà di creare un futuro migliore, si ispirava la bella statua che molti hanno ammirato, per qualche giorno, su un famoso ponte di Roma.

Un giovane naufrago disteso su un fianco, stremato e ancora incredulo per il fatto di sentire, finalmente, sotto di sé, il calore vivo e rassicurante della terra. La statua, un’opera in marmo scuro, portava la firma di un artista di fama internazionale, lo scultore Jacopo Cardillo, in arte Jago.

Era stato lui stesso, Jago, sabato 6 agosto, a posare l’opera sulle pietre di ponte Sant’Angelo, con una video-performance che aveva poi postato sui suoi canali social. Quello stesso sabato, in serata, la giornalista televisiva Marianna Aprile, rincasando dopo aver condotto la puntata di un talk show, d

Di certo, ponte Sant’Angelo appare spesso sui social network in cui si celebrano le bellezze d’Italia.

Sono, da tempo, una grande ammiratrice del lavoro di Martha Graham, danzatrice e coreografa geniale, coraggiosa pioniera nell’affascinante cammino della danza moderna. Sulle reti sociali, seguo spesso le meravigliose esplorazioni della compagnia di danza che Graham fondò a New York nel 1926 e che, ancora oggi, porta il suo nome. L’estate scorsa, una delle danzatrici del gruppo, trovandosi a Roma, ha postato alcune storie sul suo profilo Instagram. Video nei quali la si vedeva ballare nelle piazze della Capitale—improvvisare movimenti e coreografie effimere nel viavai della gente. Una festa per

La Barcolana, come ama sottolineare la città di Trieste, è la regata più affollata del mondo. Ed è pure la più democratica. Da sempre, infatti, vi partecipano, uniti dall’amore per il mare, semplici appassionati e velisti professionisti. A vincere, naturalmente, sono i velieri da competizione. Ma nella Barcolana, da sempre, il calore dell’esperienza collettiva conta più di qualsiasi premio.

Il signor Diego Paoletti, velista storico della Barcolana, può vantare un invidiabile primato: ha partecipato a tutte le 54 edizioni della famosa regata. Con gli occhi velati di nostalgia, ricorda la prima edizione, quella del 1969. 73 barche iscritte. Un’edizione nella quale il presidente di giuria, per mancanza di personale, si era visto costretto a svolgere pure il ruolo di segretario. A dare il via alla gara, un asciugamano rosso, sventolato a mo’ di bandiera. “Sicuramente, allora, nessuno di noi poteva immaginare che, nel corso degli anni, l’evento avrebbe preso le dimensioni che ha oggi.