È guerra tra i ricercatori di tartufo
2 February 2023
Stefano Guidi / Shutterstock
Alessandro: | Negli ultimi mesi, si susseguono con una certa frequenza le notizie che raccontano di avvelenamenti e decessi di cani addestrati per individuare i tartufi, una varietà di fungo ipogeo che cresce in prossimità delle radici di alcune piante. I giornali sostengono che non si tratta di eventi accidentali, ma di delitti premeditati che confermano l’inasprirsi di una attuale “guerra tra i cercatori” del prelibato fungo. Come ha raccontato il quotidiano Il Post il 24 gennaio, gli ultimi casi risalgono all’inizio del mese e si sono verificati nel parco naturale dei monti Simbruini, al confine tra Lazio e Abruzzo. In quest’area naturale, un labrador e un lagotto hanno perso la vita ingerendo dei bocconi farciti con del veleno, trovati in mezzo al bosco durante una battuta di caccia. Casi simili si sono verificati lungo tutta la penisola italiana, come in Umbria, in Toscana e perfino nelle Langhe e nel Roero, in Piemonte, zone rinomate per la raccolta del tartufo bianco, una delle specie di funghi più pregiati e costosi al mondo. Pensa che nel 2019, un compratore di Hong Kong ha speso 120.000 euro per accaparrarsi un esemplare di un chilo e 5 grammi. |