Elezioni europee, crescono i sovranisti ma resistono i partiti storici
29 May 2019
Dopo la tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo dei giorni scorsi, l’attenzione dei principali organi di stampa è concentrata sugli attesissimi risultati di queste elezioni, ritenute fondamentali per il futuro dell’Unione, vista la netta contrapposizione tra europeisti e euroscettici. A spoglio avvenuto, il risultato di queste elezioni appare controverso, pur indicando con chiarezza la volontà di un cambiamento radicale degli equilibri, che sinora hanno retto le istituzioni europee. I sovranisti e i populisti, i partiti che promettono di difendere gli interessi nazionali e togliere potere alle “élite politiche” di Bruxelles, non sono riusciti a ottenere seggi sufficienti per garantirsi la maggioranza dell’Eurocamera, ma la loro crescita è innegabile, rispetto alla precedente legislatura, anche se in modo non omogeneo. Le Pen ha battuto Macron in Francia, Orban ha trionfato in Ungheria, ma in Germania l’AfD ha superato di poco il 10 per cento, Wilders in Olanda ha perso parecchi voti e i nazionalisti danesi sono arretrati. Nel Regno Unito Nigel Farage ha sbaragliato il partito Conservatore e quello laburista.