La premier italiana Giorgia Meloni è volata a Kiev lo scorso 24 febbraio. Un viaggio che, nel secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, voleva, in primo luogo, smentire la presunta stanchezza dell’Occidente nel sostenere la lotta dell’Ucraina invasa.
Un viaggio impegnativo, per Meloni. Il secondo a Kiev, da quando è alla guida del governo italiano. Ed è stata proprio Giorgia Meloni a volere che la prima riunione, seppure in veste semi-virtuale, del G7, che quest’anno l’Italia presiede e coordina, si svolgesse nella capitale ucraina. A Kiev, insieme a Meloni, pure la presidente del
Lo scorso sabato, a Kiev, nel secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, il presidente francese, Emmanuel Macron, brillava per la sua assenza. Macron non si è fatto vedere neppure alla videoconferenza del G7, presieduta, dalla capitale ucraina, da Giorgia Meloni. Scelte che molti hanno interpretato come uno sgarbo verso Meloni. Non è un segreto, di fatto, che tra i due non corra buon sangue.
Ufficialmente, l’assenza di Macron dall’incontro di Kiev era dovuta a un pressante impegno domestico. Il presidente, hanno spiegato i suoi collaboratori, era atteso al Salone dell’agricoltura
Questa volta, Matteo Salvini ha davvero superato se stesso. Intervistato sull’emittente radiofonica RTL 102.5, Salvini, che, come parte del governo Meloni, è ministro dei Trasporti e vicepresidente del Consiglio, ha esibito, sulla morte dell’attivista russo Alexei Navalny, avvenuta il 16 febbraio in un ex gulag d’epoca sovietica, una posizione estremamente garantista nei confronti del Cremlino.
“Difficilmente riesco a sapere, in tempo reale, cosa succede in Italia, figuriamoci se posso sapere cosa succede in Siberia! Capisco la posizione della moglie di Navalny, bisogna fare chiarezza. Ma la ch
Si racconta che, negli anni 60, la porta dell’appartamento romano di Marco Pannella, una mansarda in via della Panetteria, a pochi passi dalla mitica Fontana di Trevi, non avesse nemmeno la serratura. Una scelta simbolica. Quella casa doveva essere un porto di mare, un rifugio sempre aperto, pronto ad accogliere, e a ospitare per la notte, amici, conoscenti e compagni di lotte provenienti da tutta Europa, tra chiacchiere, progetti e sigarette. Per dormire, in fondo, bastava un sacco a pelo gettato sul pavimento, spesso coperto di polvere.
Il cuore della casa, come spesso avviene, era la cucina
Villa Due Palme. Estetica minimalista anni ‘70: geometrie semplici, muri dipinti di bianco, porte e finestre di legno verde bottiglia. Un giardino mediterraneo, due belle palme da dattero e una spiaggia privata affacciata sul blu
Berlusconi l’aveva comprata quasi per gioco, nel 2011, per un milione e mezzo di euro. “Sono andato su Internet e ho comprato una casa a Cala Francese. Anch’io diventerò lampedusano”, aveva scherzato all’epoca, durante una visita sull’isola, tra gli applausi di una piccola folla di simpatizzanti.
Il Cavaliere, in realtà, non faceva mai nulla per caso. L’acquisto di que