Iran, la pressione delle sanzioni sul popolo
Iran, 5 novembre 2018. La gente è inquieta, attende i primi effetti della seconda ondata di sanzioni statunitensi con un misto di rabbia e paura. Con un nodo allo stomaco. Dell’entusiasmo e della speranza con cui, nel luglio 2015, migliaia di persone erano scese nelle strade per celebrare la firma dell’accordo sul nucleare —e la fine di tre anni di pesanti sanzioni economiche—, rimane solo il ricordo. Il paese, oggi, vive la sensazione di essere sull’orlo di un abisso.
Le nuove sanzioni seguono il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare —deciso lo scorso maggio dal presidente Trump—, e mirano a colpire principalmente il settore energetico e finanziario del paese degli ayatollah. Una misura —a quanto si dice—, volta a frustrare le velleità egemoniche di Teheran nella regione mediorientale. Più ambizioso quello che —secondo molti—, sarebbe l’obiettivo di medio periodo: porre fine al regime teocratico che governa il paese dal lontano 1979. Come? Fomentando il dissenso popolare contro il regime. In fondo, non sarebbe la prima volta che un popolo, esasperato dalle difficoltà economiche e dall’assenza di prospettive per il futuro, si ribella contro chi lo governa…
Germania, si profila l’epoca post-Merkel
Angela Merkel ha deciso di dire addio alla politica. L’ha annunciato, ufficialmente, lo scorso 29 ottobre. Il suo sarà un addio graduale, progressivo. A dicembre, non si ricandiderà alla guida dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU), il partito di centrodestra che presiede dall’aprile del 2000. Poi, nel 2021, allo scadere della legislatura in corso, l’abbandono di ogni progetto politico attivo. Merkel non si ricandiderà al ruolo di cancelliera, né si presenterà alle elezioni legislative per conquistare un seggio parlamentare.
La decisione —motivata in parte dai magri risultati elettorali otten
Venezia sommersa dall’acqua, la natura si ribella
La scena è stata filmata, lo scorso venerdì 30 ottobre, in una pizzeria del centro di Venezia. Una scena surreale. I camerieri, elegantissimi, indossano la divisa del locale: camicia bianca, cravatta, panciotto e pantaloni neri. Stivali di gomma grigio scuro ai piedi. Avanzano a fatica verso i tavoli, le pizze in equilibrio sull’avambraccio. Assolutamente indispensabili, gli stivali di gomma, dato che il pavimento della pizzeria è inondato, sommerso sotto circa venti centimetri d’acqua fangosa. Il locale, comunque, è affollato. Nonostante l’acqua. Nonostante tutto.
Dopo giorni e giorni di vento
L’aiuto concreto di un selfie
Lo scorso giovedì 1 novembre, Chef Rubio —al secolo, Gabriele Rubini: ex giocatore di rugby, oggi amatissimo personaggio televisivo— si era fatto portavoce, sul suo profilo Twitter, di un’ondata di malessere collettivo. “Tra una cosa e l’altra, potete parlare anche di quello che vivono migliaia di italiani?”, aveva scritto rivolgendosi al triangolo che governa il paese: il premier Giuseppe Conte e i due ministri e vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Sotto accusa, il silenzio e la passività del governo davanti all’immane devastazione causata dal maltempo in varie regioni del paese. Fra
Delirio al supermercato
Questa storia comincia, la sera dello scorso 23 ottobre, nell’ascensore di un palazzo di CityLife, elegantissimo quartiere milanese fresco di costruzione. Protagonisti, Chiara Ferragni e Fedez, la coppia più mediatica —e vanitosa— d'Italia.
I due stanno uscendo per festeggiare —con una “cena segreta”— il compleanno di Fedez. Lei, impeccabile come sempre, indossa dei pantaloni di vinile color lampone, un top coordinato e un giubbino in denim azzurro pallido. Lui è più informale: pantaloni blu e camicia a righe. Tutto questo… lo vediamo in un video che Fedez sta girando con lo smartphone.
Nella sc