Lo strano ruolo di Julian Assange nella campagna elettorale americana
26 October 2016
Un flusso costante di comunicazioni e-mail “compromettenti”, esposte al foro impietoso dell’opinione pubblica. Documenti sottratti alle caselle postali di Hillary Clinton e della sua squadra di collaboratori e pubblicati da WikiLeaks. Messaggi e commenti messi alla gogna mediatica. Spesso nella forma di frammenti senza contesto. Lo stillicidio è andato avanti per settimane, poi, lo scorso 18 ottobre, l’ambasciata dell’Ecuador a Londra — che dal 2012 ospita il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange — ha optato per una decisione drastica: ha disattivato la connessione wifi del suo irrequieto osp